Una storia che affonda le radici nel tempo. Era il 1917 quando nacque la BMW o Bayerische Motoren Werke, traducibile come Fabbrica Bavarese di Motori. Il suo simbolo, un’elica stilizzata, resta ancora oggi l’emblema di un’azienda che inizialmente indirizzò la propria produzione verso l’ambito nautico e motociclistico, per poi accelerare sul fronte automobilistico con un mezzo derivato dall’Austin Seven e poi le 320 e 326. La Seconda Guerra Mondiale, le conseguenze politiche dell’impiego coatto di prigionieri nazisti e l’attribuzione alla Germania Est della fabbrica di Eisenach rallentarono l’attività sino al poco fortunato lancio della roadster BMW 507 e di altri modelli. La svolta arrivò però in coincidenza dell’assemblea generale tenuta il 9 dicembre 1959, nella quale il magnate tedesco Herbert Quandt, già socio dell’impresa, diventò azionista di riferimento, novità cui si associò il successo della BMW 750, vetturetta di fascia medio-bassa.
Tra gli Anni 70 e 80 la BMW consolidò il proprio ruolo di costruttore fino ad assumere rilevanza mondiale e sfiorare oggi un utile netto di quasi 5 miliardi di euro. Significativi di questo periodo furono mezzi come la Serie 5 e la Serie 3, ai quali si aggiunse la nascita della BMW Motorsport nonché l’acquisto nel 1994 del Rover Group.Iprincipali modelli in vendita sono le Serie 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, nonché i suv contraddistinti dagli stessi numeri ma preceduti da una X: X1, X2 e così via, al crescere delle dimensioni. Non manca poi la spider Z4, da cui è derivata la coupé Toyota Supra.