L’auto più British tra quelle italiane. Quello che riguarda la Lancia non è un luogo comune, ma una definizione semplicemente perfetta. È alle auto inglesi che il brand fondato agli albori del secolo scorso si ispira. L’idea fu partorita da Vincenzo Lancia, giovane pilota-collaudatore che cercò di avverare il sogno di realizzare un’automobile in proprio. Ci riuscì, sebbene non fossero mancati incidenti di percorso. Secondo la leggenda, infatti, la prima Lancia della storia fu di dimensioni tali da non riuscire a superare l’ingresso dell’officina. L’evoluzione del brand però fu tale che questi piccoli grandi problemi divennero ben presto un lontano ricordo. Grazie a soluzioni tecniche di grande spessore tecnologiche e alla vision della famiglia Lancia, l’azienda crebbe, diventando una delle più competitive realtà a livello sportivo. La guerra e i problemi economici condizionarono anche il percorso della Lancia, però, e non a caso, nonostante auto di serie di buon successo, come Astura, Artena, Augusta, Aprilia, Ardea, Aurelia, Fulvia o Flaminia, la Lancia entrò nell’universo Fiat. Era il 1969, e iniziò una nuova era. Il primo nuovo progetto fu la Beta, moderna berlina a due volumi con trazione anteriore, poi arrivò la Gamma, disegnata da Pininfarina, fino alla Delta, il cui boom risollevò completamente la Lancia, al paio della Thema, icona delle berline di lusso. Ad oggi, i modelli più venduti risultano quelli di dimensioni contenute: la Y, seguita dalle due serie della Ypsilon (del 2003 e del 2011). Oggi, con l’ingresso in Stellantis, una nuova tappa di un percorso storico, all’insegna della fiducia per un rilancio che sembra assolutamente possibile.